27 Novembre 2014
QUALI PROSPETTIVE PER LA FLORICOLTURA LIGURE

Il florovivaismo sta attraversando una crisi che sembrerebbe non dare troppo spazio all’ottimismo. I recenti eventi calamitosi e un andamento climatico sempre più incerto rappresentano la punta di un iceberg: aziende in difficoltà economiche, deperibilità della pianta in fiore, mancanza di marketing e comunicazione, logistica difficile, scarsa programmazione colturale, strategie commerciali, no coltura di collaborazione, etc.
Ma allora, ha ancora senso avere un’azienda florovivaistica? C’è ancora chi acquista piante in vaso o fori recisi? Ci sono nuovi mercati? Ma è vero che in ogni crisi c’è una opportunità?
Coldiretti Liguria ritiene che il potenziamento della filiera florovivaistica rappresenti un’importante opportunità di crescita per l’economia ligure – spiega il presidente di Coldiretti Germano Gadina – e tale importanza è rappresentata dall’anomalia tutta ligure che vede il settore floricolo rappresentare circa l’80% dell’intera PLV agricola della Liguria, per un valore stimato di oltre 520 M€.
“La concorrenza dell’Olanda è sicuramente quella più forte: storicamente gli olandesi sono sempre stati ottimi produttori e ottimi commercianti, ma adesso stanno diventando anche ottimi innovatori” così si esprime il Presidente di Coldiretti Liguria Germano Gadina
“Il Piano Nazionale del settore Florovivaistico recentemente approvato e il nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 possono essere strumenti di rilancio e di potenziamento economico del settore. Oltre a questi due strumenti vi sono importanti opportunità economiche a favore della ricerca applicata e delle imprese agricole” continua il Presidente Gadina.
“I cardini del rilancio sono rappresentati dalla ricerca, indispensabile per l’innovazione di prodotto e di processo, dall’applicazione della ricerca presso le imprese liguri e da rinnovate strategie di mercato che mirino a consolidare i rapporti con i tradizionali acquirenti (Nord-Europa, Svizzera, Russia e Giappone).”
Per perseguire tali obiettivi, ammesso che il PSR possa essere lo strumento economico, occorre avere adeguati strumenti normativi e individuare le scelte produttive più corrette, posto che, come ricordato sopra, il settore floricolo si caratterizza come un settore a forte tasso di innovazione. Nel convegno proveremo a fare una corretta sintesi di questi ambiziosi obiettivi.”
Attualmente in Italia operano 32.000 imprese florovivaistiche (il 3% sul totale delle aziende agricole italiane), che producono il 7% della PLV agricola (2.500 Meuro) utilizzando lo 0,4% (36.000 ha) della SAU e realizzando un attivo della bilancia commerciale del settore pari a circa 70 – 80 Meuro.. (fonte CFS – Regione Liguria; Le aziende florovivaistiche liguri impegnate nella produzione sono oltre 6.100 con 14.300 addetti, mentre sono 21.600 gli occupati nell'intera filiera. La produzione del Distretto del ponente costituisce circa il 20% del totale del valore produttivo nazionale e nel suo territorio operano 5.500 operatori commerciali, 410 grossisti e 140 esportatori con un movimento medio di cento autotreni che riforniscono quotidianamente le altre province italiane. (fonte Regione Liguria – www.agriligurianet.it)