20 Ottobre 2017
ETICHETTATURA DELLA PASTA: IL RICORSO CHE DANNEGGIA IL MADE IN ITALY

L’AIDEPI (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta italiane) ha annunciato di aver inviato una segnalazione alla Commissione Europea e presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il Decreto dei Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima utilizzata per realizzare la pasta, dato che dovrebbe essere inserito in etichetta a partire da febbraio 2018.
È una presa di posizione che va contro gli interessi dell’81% dei consumatori, (stima emersa da una consultazione pubblica on-line sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari, condotta dal Ministero delle Politiche Agricole), i quali necessitano di maggiore trasparenza per i prodotti che acquistano e che per questo chiedono sia indicata in etichetta l’origine del grano utilizzato.
L’informazione è importante per la sicurezza,  i cittadini vogliono essere certi che nella pasta che acquistano per le loro famiglie non siano presenti, ad esempio, il grano canadese trattato in pre-raccolta con il glifosato, composto chimico accusato di essere cancerogeno e per questo proibito sul grano italiano.
 
L’etichettatura della pasta, come quella del latte e di altri prodotti italiani, inoltre,  è una garanzia aggiuntiva a protezione del Made in Italy: è un provvedimento che assicura maggiore trasparenza negli acquisti e tenta di fermare le speculazioni che hanno provocato il crollo dei prezzi del grano italiano al di sotto dei costi di produzione, crollo che, a sua volta, ha causato una drastica riduzione delle semine. Con la nuova etichetta, da febbraio,  potrà arrivare il giusto riconoscimento del lavoro di oltre trecentomila aziende agricole italiane che coltivano grano e che hanno visto il loro prodotto messo  in concorrenza con altro di qualità inferiore.
Inoltre l’Italia è il principale produttore europeo, e secondo mondiale di grano duro destinato alla pasta, con 4,3 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari, concentrati soprattutto nell’Italia meridionale (40% del totale di superficie coltivata). La nostra pasta è quindi conosciuta in tutto il mondo e noi non possiamo rimanere all’oscuro di quello che c’è dentro.