2 Febbraio 2018
DANNI DA PREDAZIONE: NELLE AZIENDE DEL LEVANTE DECIMATO IL BESTIAME DA ATTACCHI DI LUPO

Da qualche anno la presenza di animali selvatici si è fatta sempre più ingombrante e pericolosa in tutta la Regione Liguria: cinghiali, daini e, da ultimo, il lupo sono scesi dalle zone boschive dell’Entroterra alla ricerca di cibo, arrivando non di rado vicino ai centri abitati.
Ad oggi si segnala una situazione che è diventata particolarmente critica nel levante ligure, in Val di Vara, dove si è moltiplicata esponenzialmente la presenza del lupo, arrivato da oltre Appennino e, per troppo tempo, scambiato per cane selvatico. Gli attacchi del lupo (documentati da perizie veterinarie), ormai sempre più frequenti stanno decimando le popolazioni ovine e caprine delle aziende agricole della zona, causando gravi perdite sia economiche che in termini di produzione.

“E’ una situazione critica – afferma il Presidente di Coldiretti La Spezia, Sara Baccelli – che sta diventando un pericolo sia per le imprese locali, esasperate dai continui attacchi, che per  l’incolumità delle persone (non si può escludere a priori che si limiteranno agli animali della fattoria). Io stessa, come allevatrice, ho subito attacchi nelle ultime settimane, perdendo un gran numero di animali e posso segnalare che molti allevamenti ovicaprini della zona hanno perso un gran numero di capi. Gli allevatori sono arrivati al limite della sopportazione: non basta recintare per tenere lontani questi animali,  ma c’è bisogno che la Regione intervenga in maniera risolutiva prima che sia troppo tardi e le zone dell’entroterra ligure vengano abbandonate da chi non riesce più a lavorare e vivere serenamente”.

“Come Coldiretti siamo vicini agli allevatori in difficoltà, - afferma il Direttore di Coldiretti La Liguria, Enzo Pagliano - è per questo che abbiamo nuovamente fatto presente il grave problema alla Regione. Riteniamo sia da subito necessario garantire la puntuale e corretta quantificazione dei danni, il cui risarcimento non può essere soggetto al regime “de minimis” , ma sottolineiamo anche che sarebbe meglio prevenire che risarcire, perché è in gioco l’economia di interi territori. L’abbandono degli allevatori, ed il conseguente abbandono delle zone colpite, esporrebbe tutto il territorio  a nuovi rischi di dissesto idrogeologi (alluvioni, frane, incendi), che non possiamo più permetterci di subire”. 
L’obiettivo che ci dobbiamo porre assieme alle Istituzioni è quello di raggiungere la sostenibilità territoriale degli animali selvatici, mettendo in atto tutti gli strumenti –straordinari o non- che possano garantirla nel tempo .