10 Agosto 2022
Caro prezzi, stangata a tavola da 564 euro a famiglia

Il balzo dell’inflazione costerà alle famiglie italiane 564 euro in più solo per la tavola nel 2022. Una crescita che non si osservava da settembre 1984, dovuto al mix esplosivo che vede l’aumento dei costi energetici legato alla guerra in Ucraina concomitante al taglio dei raccolti per la siccità. Sono queste le stime della Confederazione Nazionale Coldiretti, rese note in occasione della diffusione dei nuovi dati Istat relativi all’inflazione a luglio. Dati che, per altro, evidenziano un aumento del 10% per i beni alimentari e le bevande analcoliche, traino dei rincari nel carrello della spesa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Dove colpisce maggiormente il caro prezzi

La categoria per la quale gli italiani spenderanno complessivamente di più è quella che comprende pane, pasta e riso (+115 euro rispetto al 2021), seguita sul podio da carne e salumi (+98 euro) e dalle verdure (+81 euro). Subito dopo troviamo latte, formaggi e uova (+71 euro) e il pesce (+49 euro).

In questo scenario, però, la categoria che, con un aggravio complessivo di 0,59 miliardi, ha visto correre maggiormente i prezzi nei primi sei mesi del 2022 è quella in cui rientrano l’olio, il burro e i grassi in generale. Un dato che va certamente monitorato, ma che, soprattutto in una situazione come quella attuale, deve anche “far riflettere sul consumo di olio ligure – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – fiore all’occhiello della nostra Regione, da sempre particolarmente votata all’olivicoltura e alla produzione di olio. Per queste ragioni, invitiamo i consumatori a prediligere, nelle loro scelte alimentali, specialità olivicole del territorio, rinomate in tutto il mondo per qualità e sapore”.

Cause, conseguenze ed eventuali soluzioni

“A spingere i rincari – continuano il Presidente ligure e il Delegato Confederale – è anche l’aumento della dipendenza alimentare dall’estero. Nel 2022 le importazioni di prodotti agroalimentari dell’estero sono cresciute di quasi un terzo (+29%), aprendo la strada anche al rischio di un pericoloso abbassamento degli standard di qualità e di sicurezza alimentare, come evidenzia anche l’analisi della Coldiretti, basata sui dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno. Proprio per questo occorre lavorare per finalizzare accordi di filiera tra imprese agricole e industriali, con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi, che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

Nell’immediato, inoltre, è necessario “intervenire per contenere il caro energia e i costi di produzione – concludono Boeri e Rivarossa – con misure immediate per salvare aziende e pianificazioni strutturali per programmare il futuro. In questo contesto, è importante l’apertura del Governo alla nostra proposta sulla defiscalizzazione del costo del lavoro”.