3 Agosto 2022
Commercio, nel 2022 il carrello della spesa si svuota

Con il caro prezzi si spende di più per acquistare meno prodotti

A causa dell’aumento dei prezzi, nel 2022 gli italiani tagliano del 3% rispetto all’anno precedente le quantità di prodotti alimentari. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel primo semestre 2022. Dati che, su base annua, fanno registrare per il sesto mese consecutivo del 2022 una diminuzione delle quantità di beni alimentari acquistati.

“I liguri e gli italiani tutti – sottolineano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – sono costretti a spendere di più per acquistare meno prodotti. La causa è da imputare all’ingente aumento dei prezzi che, per effetto del mix esplosivo legato all’aumento dei costi energetici e al concomitante taglio dei raccolti dovuto dell’emergenza climatica, a partire dai primi mesi del 2022 hanno comportato un aumento record rispetto allo stesso periodo del 2021. Si parla addirittura di un +9,6% per gli acquisti alimentari, tra prodotti freschi e lavorati”.

Optare per i prodotti del territorio è la scelta giusta

La categoria che, con un aggravio di 0,59 miliardi, ha visto correre maggiormente i prezzi nei primi sei mesi del 2022 è quella in cui rientrano l’olio, il burro e i grassi in generale. Un dato che va certamente monitorato, ma che, soprattutto in una situazione come quella attuale, deve anche “far riflettere sul consumo di olio ligure – continuano Boeri e Rivarossa – fiore all’occhiello della nostra Regione, da sempre particolarmente votata all’olivicoltura e alla produzione di olio. Per queste ragioni, invitiamo i consumatori a prediligere, nelle loro scelte alimentali, specialità olivicole del territorio, rinomate in tutto il mondo per qualità e sapore”.

Oltre ai rincari per le famiglie, l’aumento dei costi e la siccità colpiscono duramente anche l’intera filiera agroalimentare italiana. “A farne maggiormente le spese sono le campagne e l’agricoltura – concludono il Presidente di Coldiretti Liguria e il Delegato Confederale – con aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi, fino ad arrivare a un +129% per il gasolio. Qui, infatti, secondo i dati, l’11% delle aziende versa in una situazione tanto critica da portare alla cessazione dell’attività, mentre il 30% si trova costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo”.