13 Ottobre 2020
ATTIVITA’ AGRITURISTICA E LEGGE REGIONALE

Nella somministrazione è fondamentale l’impiego dei prodotti aziendali

La delibera regionale prot. 385686 ha in parte modificato le disposizioni di attuazione per l’attività agrituristica di cui alle legge n. 37 del 21/11/2017.

Quello che ci preme sottolineare sono alcuni concetti fondamentali ribaditi nelle linee guida della Regione Liguria in merito all’esercizio dell’attività agrituristica, dai quali non ci si può discostare se si vogliono evitare controlli ed eventuali sanzioni.

Intanto non possiamo dimenticare che le attività agrituristiche sono quelle di ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all’art. 2135 del codice civile, attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le altre attività di coltivazione del fondo, silvicoltura e allevamento degli animali. I concetti di prevalenza e di connessione sono fondamentali per poter inquadrare l’attività in oggetto: le attività agrituristiche devono risultare in rapporto di connessione con l’attività agricola, che deve comunque rimanere prevalente. E la connessione si realizza quando l’azienda agricola è idonea allo svolgimento delle attività agrituristiche in relazione alla natura e alle varietà delle attività agricole, all’estensione, alle dotazioni e caratteristiche strutturali, agli spazi disponibili, al numero degli addetti.

La verifica della prevalenza tra attività agricola e agrituristica è sostanzialmente definita dal tempo lavoro misurato in giornate lavorative che devono essere superiori per l’attività agricola rispetto a quella agrituristica.

Oggi sappiamo dalle nuove linee guida che  sono stati modificati i limiti dell'esercizio delle attività contemplate dalla normativa agrituristica, limiti elevati ad un massimo di 38 posti letto, 65 coperti a pasto, 150 degustazioni al giorno e 14 piazzole per ospitalità dell’agricampeggio.

Ed effettivamente oltre alle attività agrituristiche più classiche di ospitalità e somministrazione pasti, nelle disposizioni nuove sono anche previste:

  • l'attività di agricampeggio, attraverso tende, caravan, autocaravan che possono essere messi a disposizione ai fini dell'ospitalità;
  • attività formative relative alle fattorie didattiche.
  • possibilità di svolgere le attività di enoturismo e oleoturismo.

 

Oltre però al rispetto dei limiti e alla verifica della prevalenza misurata come sopra descritto, è fondamentale nell’attività di somministrazione pasti e bevande tenere sotto costante controllo la provenienza delle materie prime utilizzate; sono state elevate le percentuali per l'impiego dei prodotti aziendali che salgono al 70% e sono così suddivise:

  • un minimo del 40% dei pasti deve essere ricavato dalla propria produzione dove per propria produzione si intendono bevande e cibi prodotti e lavorati nell’azienda agricola nonché quelli ricavati da materie prime dell’azienda stessa che hanno subito lavorazioni esterne e, nel limite di un quarto del totale dei prodotti somministrati, quelli provenienti da cooperative o consorzi di aziende agricole o rete di imprese operanti in ambito locale (provinciale o della provincia limitrofa) di cui l’azienda agricola faccia parte.
  • Complessivamente il 70% deve essere ricavato da prodotti provenienti da aziende agricole o imprese ittiche professionali del territorio regionale, comprendendo anche quelli di propria produzione che abbiamo visto dover rappresentare almeno il 40%.

Alla Regione compete la verifica delle percentuali dei prodotti dell’azienda: per valutare se l’azienda agricola è potenzialmente in grado con l’indirizzo culturale in atto di rispettare quanto disposto dalla Legge Regionale sulla somministrazione, la Regione provvede ad effettuare i calcoli, tenendo conto di alcuni parametri che indicano in percentuale la quantità di prodotti, tal quali o trasformati, che in termini mediamente stimati di valore possono essere utilizzati per la somministrazione dei pasti nell’azienda agrituristica. Ma in fase di svolgimento dell’attività agrituristica, la verifica viene effettuata anche sulla base dei prodotti agricoli effettivamente utilizzati nella somministrazione dei pasti e delle bevande.

Per tutto quanto sopra descritto, per chi svolge attività di ristorazione è fondamentale il rispetto delle percentuali sopracitate: si invita pertanto a contattare l’ufficio di riferimento per verificare e monitorare la propria situazione contabile riferita all’anno 2020 ancora in corso.