Ma serve chiarezza anche su fondi per la promozione delle eccellenze territoriali
Importanti rassicurazioni verbali arrivano dal Vicepresidente della Commissione europea Margaritīs Schinas, riconoscendo che è del tutto improprio assimilare l'eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici, al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione, come la birra e il vino, che in Italia sono diventati l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre all’assunzione sregolata di alcol. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i contenuti della Comunicazione sul “Piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini europei” approvata dalla Commissione Europea.
Le parole del Commissario devono ora tradursi in atti concreti, che riconoscano la specificità del vino escludendolo dall’ambito di applicazione delle raccomandazioni contenute nel piano, ma a preoccupare sono anche i limiti posti all’attività di promozione per prodotti simbolo del Made in Italy compresi la carne rossa ed i salumi. Il testo prevede che la Commissione “proporrà un’indicazione obbligatoria della lista degli ingredienti e delle indicazioni nutrizionali sulle bevande alcoliche entro la fine del 2022 e degli allarmi salutistici entro la fine del 2023” rivedendo anche la “politica di promozione sulle bevande alcoliche” e su questo vanno ora garantite le opportune esenzioni per vino e birra.
“Il giusto impegno della Commissione Europea per tutelare la salute dei cittadini – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate. L’equilibrio nutrizionale va infatti ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e non certo condannando lo specifico prodotto. Non bisogna dimenticare che la Dieta Mediterranea, fondata proprio su un’alimentazione diversificata che con pasta, frutta, verdura, carne, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari, hanno consentito agli italiani di conquistare il primato europeo di longevità. Con etichette fuorvianti ed allarmistiche non si fa corretta informazione nei confronti del consumatore, ma si rischia solo di danneggiare prodotti di tradizione secolare, con un impatto devastante sull’economia, occupazione e biodiversità italiane. Anche prodotti simbolo del territorio ligure, come i vini DOC locali, rischiavano di essere penalizzati in un momento nel quale, grazie alla qualità della produzione e allo spirito imprenditoriale dei nostri viticoltori, stanno continuando a crescere sulla maggior parte dei mercati internazionali, dove hanno fatto segnare un generale +8,9% nei primi sette mesi del 2020, nonostante la situazione emergenziale. Dobbiamo difendere le tipicità tradizionali dei nostri territori, eccellenze che hanno bisogno di farsi ulteriormente conoscere sul mercato e che, senza sostegni alla promozione, rischiano di non avere questa possibilità”.