5 Maggio 2014
Vino: NO ALLA BUROCRAZIA INUTILE

 Gli agricoltori italiani dal vigneto alla bottiglia sono costretti ad adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti, sprecando almeno 100 giornate di lavoro per soddisfare le 4000 pagine di normativa che regolamentano il settore. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo che al Vinitaly ha presentato una proposta di semplificazione per tagliare la cattiva burocrazia nel settore vitivinicolo e per dimezzare tempi e costi per le imprese.
Anche in Liguria la burocrazia inutile si fa sentire e il suo peso è ancora maggiore se rapportato alla minore superficie media dei vigneti e dalle condizioni di coltivazione, rese estremamente complicate dall’acclività che limita la meccanizzazione e costringe a rendere estremamente oneroso il lavoro manuale.
“Agricoltura eroica” è un termine che può fare sorridere di fronte alla globalizzazione delle merci agricole e del cibo ma quando si vedono determinati territori –come le Cinque Terra- ancora coltivati a vite non si può che utilizzare questo termine – Spiega il Presidente di Coldiretti Liguria Germano Gadina
“Di fronte ad un carico amministrativo che causa oneri insostenibili per le imprese e ha provocato un calo della superficie vitata destinata a Doc e Docg, con una pericolosa spinta alla delocalizzazione, la Coldiretti – conclude il Presidente Gadina- propone un sistema dei controlli virtuoso a vantaggio dei consumatori e nel rispetto del lavoro dei produttori.”
LE PROPOSTE DI COLDIRETTI
- Sportello unico degli adempimenti attraverso il fascicolo aziendale, valorizzando l’autocontrollo dell’impresa;
- Controlli a campione basati sull’analisi dei rischi ed estesi sul mercato al consumo;
- Coordinamento del sistema sanzionatorio (Dlgs. 61; L.82; Dlgs. 260) e distinzione netta tra le irregolarità formali e sanabili (a cui estendere l’istituto della diffida) e i casi reali di frodi e sofisticazioni (con inasprimento delle sanzioni).
ll fascicolo aziendale – sostiene la Coldiretti - deve diventare lo “strumento unico” dell’impresa vitivinicola che raccoglie tutte le informazioni previste dalle norme (comunicazioni, dichiarazioni, altre) e i dati aggiornati e certificati che sono messi a disposizione di chi ha titolo. Viene aggiornato mediante autocertificazione o richiesta di verifica preventiva dei dati immessi ed è quindi l’interfaccia unica tra il produttore, la Pubblica Amministrazione e gli altri soggetti coinvolti. Per sostenere le esportazioni che rappresentano la maggioranza del vino commercializzato occorre - suggerisce la Coldiretti -  creare uno sportello unico per l’export dei vini che fornisca le informazioni  relative a tutti gli adempimenti e superare i vincoli che impediscono la vendita diretta di vino in ambito intracomunitario.
A tutela delle Denominazioni di origine e delle Indicazioni geografiche la Coldiretti chiede:
- Semplificazione degli adempimenti, garantendo la qualità e distintività del sistema produttivo nazionale e valorizzando la centralità del vigneto e del produttore nella filiera.
- Unicità degli adempimenti per i produttori mediante il coordinamento fra le amministrazioni e i diversi soggetti coinvolti.
- Mantenimento dell’attuale piramide qualitativa garantendo un’adeguata differenziazione tra Docg, Doc, Igt (rispetto ai  requisiti e al sistema di certificazione e controllo).
- Garanzia della tracciabilità e rintracciabilità delle partite di vino.
- Introduzione del principio dell’autocontrollo aziendale.
- Autocontrollo aziendale delle analisi chimico-fisiche e analisi organolettiche su base volontaria.
- Sistema di controlli a campione basati su analisi dei rischi e loro intensificazione in caso di “non conformità”.
- Individuazione ad opera del soggetto di vigilanza pubblica (Icqrf) di un campione unico nazionale degli operatori controllati.
- Struttura di controllo unica (per tutte le produzioni dell’impresa) e non per denominazione.