In vista della presentazione della nuova proposta legislativa per semplificare alcune norme della PAC (Politica Agricola Comune) da parte dell’Unione Europea, Coldiretti esplicita il proprio punto di vista e i punti su cui si vuole porre l’accento più marcato: dalla semplificazione e riduzione degli oneri burocratici per le imprese agricole alla sospensione degli obblighi sulla condizionalità ambientale, dalla revisione delle regole sugli aiuti di Stato per consentire una moratoria dei debiti delle aziende all’introduzione del principio di reciprocità negli scambi commerciali, fino agli impegni sulle pratiche sleali, sull’aumento delle risorse per la sicurezza alimentare e sul dossier Ucraina, dove il costo dell’allargamento non può essere pagato dagli agricoltori europei.
“Le nostre richieste pretendono risposte chiare in tempi certi: le aziende non possono più sopportare imposizioni burocratiche, follie e fenomeni che mettono a rischio il loro reddito,” hanno spiegato Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale, “e per evitare questo dobbiamo porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi legati all’applicazione della condizionalità ambientale”
Sono proprio le norme troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà che hanno di fatto reso impossibile l’applicazione della PAC nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli. La richiesta di Coldiretti non è una semplice deroga: piuttosto, di eliminare da quest’anno le eventuali sanzioni a carico degli agricoltori e di procedere alla cancellazione definitiva dell’obbligo di tenere il 4% di terreni incolti.
“Il documento sarà esaminato nel vertice dei leader Ue del 21 e 22 marzo,” concludono Boeri e Rivarossa: “a corollario di questo, ribadiamo che in Europa deve valere anche il principio di reciprocità. Ciò implica un netto stop all’ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard”.
Vedremo dunque nei prossimi giorni come l’Europa gestirà i suoi agricoltori e quanta importanza verrà data a un settore che di primario ha ben più del nome.