Uscire dai propri confini: è quello che è successo in questi giorni, quando una delegazione della Coldiretti guidata dal presidente Ettore Prandini ha incontrato a Budapest István Jakab, presidente di MAGOSZ (agricoltori ungheresi) e Balázs Győrffy, presidente della Camera nazionale dell'Agricoltura per discutere le politiche agricole dell’Unione Europea.
Obiettivo dell’incontro: discutere di un cambiamento necessario nella politica agricola dell’Unione Europea. Dopo le irrealistiche aspettative formulate nel Green Deal, la Coldiretti ha deciso di prendere in mano la situazione e affrontare il nocciolo del problema: con le misure ipotizzate dal Green Deal, non si può che assistere a un drastico peggioramento della competitività degli agricoltori europei; in primis penalizzando le produzioni agricole e agroalimentari di qualità e tradizionali come quelle italiane; in secundis, avvantaggiando ulteriormente l’import di cibo da Paesi con standards produttivi, sociali e ambientali inferiori.
“Tutto questo” – spiegano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale, - “è inaccettabile. Unico modo di contrastare tali posizioni è farlo insieme, collaborando a livello europeo. Perciò, è importante rafforzare la cooperazione per la rappresentanza degli interessi italo-ungheresi”.
Si fa dunque riferimento al principio di reciprocità, che andrebbe integrato anche negli accordi di libero scambio. Che significa tutto ciò? Semplicemente, che i prodotti provenienti dall'esterno dell'Unione Europea dovrebbero soddisfare gli stessi requisiti in termini ambientali, sanitari e nel rispetto delle norme sul lavoro vigenti nella Ue.
In seguito al suo incontro con il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini, anche István Jakab, presidente della MAGOSZ-, ha sottolineato l'importanza della cooperazione. D’altronde, i recenti eventi correlati – come le manifestazioni degli agricoltori tedeschi, le azioni di protesta dei produttori rumeni o anche la manifestazione degli agricoltori ungheresi a Záhony, - dimostrano che è in gioco non solo la resistenza, ma l'esistenza stessa del settore. “È inaccettabile” – concludono Boeri e Rivarossa – “l’approccio con cui l’Unione europea prende decisioni senza studi di impatto. Ecco perché è fondamentale che le rappresentanze europee del settore stabiliscano una più stretta collaborazione tra loro, come sta avvenendo tra la Coldiretti e la MAGOSZ”.