Allarme svalutazione: cosa succede ai produttori locali se i supermercati svendono l'olio evo che distrugge il vero Made in Italy
I consumi mondiali dell’Olio Evo per l’annata 2024/2025 indicano una previsione di aumento del 10%, superando i 3 milioni di tonnellate. L’Italia ha la leadership in Europa per il maggior numero di oli Extravergini a denominazione, con 43 DOP e 4 IGP. Ciò sottolinea il valore di uno dei simboli della dieta mediterranea, ricchissimo in proprietà benefiche e valori curativi.
Inoltre, la Liguria conferma il 2024 come una delle annate migliori degli ultimi vent’anni. Eppure, cosa succede quando un supermercato abbassa drasticamente i costi dell’olio, facendolo arrivare a meno di 4 euro a bottiglia?
L’olio in Liguria: Una Tradizione Millenaria
La Liguria contribuisce con il suo straordinario patrimonio olivicolo a questa eccellenza nazionale. Consideriamo innanzitutto che sul territorio ligure la Superficie Agricola Utilizzata è a prevalenza dell’olivo, che occupa il 76,8% della SAU dedicata alle coltivazioni legnose agrarie.
L’olivicoltura è fortemente radicata nel Ponente ligure, in particolare nell’Imperiese, e si estende fino al Levante, con varietà autoctone che arricchiscono il panorama produttivo regionale. Si pensi che su 250 milioni di piante in Italia, 9 milioni sono liguri.
“L’olio extravergine d’oliva ligure – la cui essenza si racchiude nella DOP Riviera Ligure – è una vera eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, grazie alla qualità garantita dai nostri produttori e al legame unico con il territorio”. Affermano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale.
“Oltre a essere un pilastro della nostra agricoltura, il settore olivicolo regionale rappresenta un valore culturale e storico inestimabile”. Il settore ha inoltre registrato, in Liguria, un aumento della produzione di circa il 20% nella stagione 2024, una delle migliori degli ultimi 15 anni.
La combinazione di un prodotto non sottoposto a stress idrico e a un andamento climatico favorevole, hanno garantito una maturazione ottimale dei frutti. Inoltre, i produttori sottolineano un altro fattore positivo: l’assenza della mosca dell’olivo, che ha consentito di mantenere elevati standard qualitativi sia per l’olio che per le olive fresche.
“Quest’annata conferma come l’olivicoltura ligure abbia un enorme potenziale, sia in termini di qualità che di mercato”, aggiungono Boeri e Rivarossa.
Allarme Svalutazione: L’olio Italiano Non Può Essere Svenduto
Mentre il valore dell’olio extravergine ligure e italiano viene riconosciuto in tutto il mondo, assistiamo a una preoccupante svalutazione del prodotto; con promozioni e offerte che rischiano di danneggiare il settore. Il caso più recente riguarda la vendita in sottocosto di olio extravergine a 3,99 euro al litro presso una nota catena di supermercati, con ribassi che non riflettono il reale valore del prodotto e penalizzano il lavoro dei produttori locali.
“Vendere olio extravergine a prezzi stracciati è una strategia commerciale per attirare clienti, ma così si svilisce il valore di un prodotto di eccellenza e si rischia di danneggiare l’intero comparto” , sottolineano Boeri e Rivarossa.
“Dietro a un prezzo così basso, con tutta probabilità, c’è olio importato che non può competere per qualità con quello italiano. È necessario tutelare il nostro olio e i nostri produttori da queste operazioni di mercato che creano confusione nei consumatori e svalutano un’eccellenza del Made in Italy”.
Per non parlare del rischio della scomparsa di un intero settore. Il tessuto produttivo dell’olivicoltura coinvolge migliaia di persone, oltre a rappresentare un pilastro fondamentale della cultura regionale. Con una svalutazione del prodotto di questo genere, si mette a rischio l’intera olivicoltura ligure.
Se i prezzi non garantiscono una giusta remunerazione ai produttori, sempre più aziende saranno costrette ad abbandonare i terreni, con conseguenze devastanti anche sul paesaggio e sull’equilibrio idrogeologico della regione.
Ecco perché Coldiretti Liguria ribadisce la necessità di garantire trasparenza nell’indicazione dell’origine del prodotto e di contrastare le logiche di prezzo che penalizzano gli agricoltori italiani e fuorviano i consumatori; sottolineando l’importanza di scegliere oli certificati e DOP per sostenere la filiera nazionale e assicurare ai consumatori un prodotto di qualità e, soprattutto, sano.