7 Agosto 2024
Nuova Commissione UE: serve cambio passo sulle politiche del cibo

Con l’insediarsi della nuova Commissione Europea, Coldiretti chiede un maggior impegno nel rafforzare le misure contro le pratiche sleali ai fini di tutelare al meglio i produttori agricoli, in primis quelli italiani. L’invito alla nuova Commissione, in altre parole, è quello di assicurare maggiore trasparenza sui prodotti alimentari in commercio all’interno dell’Unione, sostenendo la proposta di legge europea promossa dalla Coldiretti per introdurre l’obbligo dell’indicazione del Paese di origine in etichetta su tutti i cibi.

La produzione alimentare europea non può crollare: questa l’evidenza che si sottolinea oggi e per la quale si chiede alla nuova Commissione Ue di aumentare il budget per l’agricoltura. “A rischio in questo momento ci sono 620 miliardi di euro del sistema agroalimentare italiano,” commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale. “Il cibo prodotto dai nostri agricoltori non può essere trattato come una commodity alla mercé di poche multinazionali. E dunque, per lavorare a filiere più eque, è necessario passare attraverso l’obbligo di etichettatura su tutti gli alimenti in Europa, senza dimenticare di intervenire sul Nutriscore e sulla direttiva packaging”.

Voci che si uniscono all’appello lanciato dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini in occasione dell’Assemblea nazionale a Roma. Un momento importantissimo, questo, in cui la più grande organizzazione agricola dell’Unione Europea ha tracciato una mappa delle tappe fondamentali che la Commissione Europea non può tardare ad affrontare già dall’indomani dell’elezione di Ursula Von Der Leyen, riconfermata per i prossimi cinque anni.

“Oltre a questo, è arrivato il momento per l’Europa di modificare la norma dell’ultima trasformazione prevista dall’attuale codice doganale sull’origine dei cibi, che permette ai prodotti esteri di diventare 100% italiani con lavorazioni anche minime. Non agire su questo versante è sinonimo di promuovere cibi ultra processati, dannosi sia per l’economia che per la salute di tutti i cittadini.”