Coldiretti: “Liguria patria di ben 8 vini DOC e 4 IGT rinomati in tutto il mondo”
Secondo le Associazioni di rappresentanza del settore vitivinicolo di Italia, Francia e Spagna – e non solo – la viticoltura è un comparto assolutamente fondamentale a livello comunitario. Un’affermazione chiara e che non lascia dubbi, volta in prima istanza a rivendicare l’importanza del vino in Europa oltre che a prendere una netta posizione di fronte alle conclusioni contenute nello studio complementare sull’impatto del Regolamento SUR sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. All’interno del suddetto documento, pubblicato nei giorni scorsi dalla Commissione Europea, è infatti presente un preoccupante passaggio chiave in cui la prevedibile diminuzione della produzione di uva nell’UE viene definita “irrilevante”, in quanto inerente una coltura ritenuta “non essenziale”.
Lo studio
Nel dettaglio, lo studio in questione prevede un generale calo della produzione di uva dovuto agli effetti della riduzione dei fitosanitari. Nel caso dell’Italia si parla di un -20%, preceduto dal -18% della Spagna e seguito dal -28% della Francia. Il tutto senza nemmeno valutare l’impatto del cambiamento climatico, che – una volta aggiunto a questa cifra – farebbe sicuramente crescere ulteriormente le già preoccupanti previsioni.
“All’interno del documento – spiega la Coldiretti – la Commissione Europea aggiunge altresì che la produzione di uva non sarebbe una coltura essenziale per la sicurezza alimentare europea, ragion per cui una diminuzione della produzione di vino in Europa risulterebbe irrilevante. Tutte affermazioni, queste, che ignorano l’enorme contributo economico, sociale e culturale del settore vitivinicolo in molte regioni dell’UE, oltre a rappresentare un atteggiamento totalmente inaccettabile e incomprensibile”.
La posizione della Coldiretti
“Preso atto dello studio in questione – commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – è bene non dimenticare che proprio l’Unione Europea è il primo produttore di vino al mondo, vantando al proprio interno ben il 45% della superficie viticola mondiale. Viene da sé che un comparto come questo debba essere considerato vitale per molte regioni rurali europee, dove da solo è in grado di garantire milioni di posti di lavoro e contribuisce in modo significativo alla bilancia commerciale dell'UE. Senza dimenticare che gli operatori e le aziende vitivinicole sono da tempo impegnati nella transizione ecologica e continueranno ad esserlo. Soprattutto perché in questo senso c’è ancora molto lavoro da fare, e i nostri produttori devono poter portare avanti questo impegno per la sostenibilità ambientale senza inutili polemiche”.
La viticoltura in Italia e in Liguria
“Solo in Italia nel 2022 il settore vitivinicolo – aggiungono Boeri e Rivarossa – era la prima voce dell’export agroalimentare nazionale. Dati alla mano: le esportazioni per il comparto nostrano sono cresciute del +10% (pari a 7,9 miliardi di euro) solo nell’ultimo anno, con un +3% registrato anche dalla nostra bella Liguria, conquistando ufficialmente un record storico per il vino made in Italy. Un successo mondiale, reso possibile grazie alla strada della qualità intrapresa dalle bottiglie made in Italy, destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt, alla cui base c’è nientemeno che un’agricoltura che è diventata la più green d’Europa. Dietro ogni prodotto c’è una storia, una cultura ed una tradizione, rimasta viva nel tempo e in grado di esprimere al meglio la realtà di ogni territorio”.
Si parla, nel complesso, di 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia. Il restante 30% concerne, infine, i vini da tavola. “E proprio la nostra Liguria può vantare ben 8 vini Doc e 4 Igt.
Le richieste all'UE
Anche per questo, “come Coldiretti ci uniamo all’appello mosso dalle principali Associazioni di rappresentanza del settore vitivinicolo dei Paesi coinvolti – concludono – e chiediamo agli Stati membri e agli Eurodeputati di prendere una posizione chiara su questo tema. Il vino è un importante prodotto economico e culturale in Europa, che deve essere sostenuto con regolamenti realistici e un calendario operativo in grado di consentire anche l’implementazione delle soluzioni alternative efficaci esistenti e in arrivo, al fine di continuare le azioni di transizione ecologica”.