Dopo 16 giorni di limbo, ieri sera il Governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha annunciato con un breve post su Facebook la risoluzione dell'impasse tra Regione e Comune di La Spezia.
A seguito della riunione tra Regione, Comune, Asl5, il Commissario Straordinario, Angelo Ferrari, e gli enti preposti per decidere il futuro dei cinghiali, il Nucleo Faunistico Venatorio della Regione Liguri preleverà i 9 ungulati rinchiusi alla Maggiolina dal 7 agosto e li trasporterà in un'area idonea. La Regione individuerà tale area nelle prossime 24-48 ore, e qui i cinghiali trascorreranno un periodo ritenuto congruo per escludere il contagio da peste suina o da altre malattie.
Una risoluzione che non piace
“La decisione – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – non è quella che ci aspettavamo. Anzitutto, il Governatore non precisa l’area in cui ha intenzione di trasportare gli ungulati. Come Coldiretti Liguria, a questo punto, chiediamo invece di renderla nota, così da poter tenere sotto controllo la situazione. In secondo luogo, le disposizioni non fanno in alcun modo cenno alle effettive tempistiche del periodo definito congruo dal Presidente Toti. Periodo che, a nostro avviso, dovrebbe essere ben più esteso di quanto sembrano sottintendere tali affermazioni”.
L'apertura della stagione venatoria 2022/2023
Non va dimenticato che, durante la prossima stagione di caccia, nelle zone liguri non soggette alle restrizioni per la peste suina, il Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della peste suina africana nei suini da allevamento e nella specie cinghiale (Priu) prevede l'abbattimento di un numero di cinghiali fino a 35.45. Cifra, questa, pari al 180% di quanto fatto nell'ultimo anno. Il piano, chiaramente, prima di ottenere l'attuabilità ha ricevuto l'approvazione della giunta regionale ligure, così come l'Ispra e il Cerep hanno espresso i pareri di competenza.
“Un provvedimento importante – continuano Boeri e Rivarossa – per l’agricoltura e l’allevamento liguri. Fondamentale per tutti gli imprenditori che, ormai da troppo tempo, vedono il proprio lavoro distrutto dagli ungulati. Sia per i danni materiali a campi e strutture che, nel corso dell’ultimo anno, per la peste suina, che ha costretto molti anche ad abbattere animali sani”.
Le disposizioni regionali
La crescita del contingente cacciabile risponde a precise indicazioni dei Ministeri della Salute e delle Politiche agricole per il contenimento della peste suina africana, che a loro volta comporterebbero la riduzione dell'80% della popolazione dei cinghiali tra caccia e prelievi di controllo.
Un obiettivo, quello fissato per il 2022/2023, piuttosto ambizioso. Esso ha come fine ultimo essenzialmente il depopolamento delle aree indenni della Liguria attraverso azioni sia di caccia che di controllo faunistico, i cui numeri previsti Coldiretti Liguria auspica vengano rispettati, contrariamente a quanto avvenuto, invece, in passato.
La posizione di Coldiretti Liguria
“Tenendo da conto tutti questi aspetti – incalzano il Presidente ligure e il Delegato confederale – ripetiamo quanto affermato in precedenza. Nel caso in cui non si volesse procedere con l’abbattimento, le uniche condizioni auspicabili per una risoluzione rispettosa sia della norma vigente che della sicurezza di cittadini, agricoltori e allevatori consisterebbero nello spostamento e nella successiva custodia degli animali entro un’area privata. Tali operazioni, chiaramente, dovrebbero avvenire nel rispetto delle norme vigenti, con la garanzia che gli animali non torneranno in libertà su suoli pubblici o privati, per non danneggiare l’ambiente e l’agricoltura”.
In conclusione
“Coldiretti Liguria – concludono – avrà modo di partecipare come parte attiva nell’incalzare gli enti preposti affinché rispettino queste condizioni, in modo tale che gli ungulati non vengano in alcun modo rimessi in libertà su suolo pubblico”.
Nella malaugurata ipotesi in cui ciò dovesse accadere, “ci faremo promotori delle dovute azioni legali nei confronti dei trasgressori. Si tratta di un evento eccezionale, che ci auguriamo fortemente non si ripeta. Va contro gli interessi delle aziende agricole liguri, già abbastanza vessate dalle condizioni climatiche e dalla situazione economica contingente. Inoltre, soprattutto in virtù della quanto mai prossima apertura della stagione venatoria in Liguria, risulta anche incoerente da parte di Regione Liguria. Incoerenza legata al fatto che prima abbia emanato un provvedimento per abbattere oltre 35mila cinghiali e ora faccia di tutto per salvarne 9”.