Secondo i dati raccolti dalla Confederazione Nazionale Coldiretti, i roghi che ormai da mesi attanagliano l’Italia intera stanno toccando livelli senza precedenti. Con un +170% di incendi nel 2022 rispetto alla media nazionale, si stima che gli incendi finora domati abbiano procurato danni ingenti all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo nostrani. Il tutto acuito da un mese di luglio bollente e siccitoso, che ha favorito la corsa del fuoco lungo boschi e campagne di tutta la Penisola.
“Ci vorranno almeno 15 anni – spiega la Confederazione Nazionale Coldiretti – per ripristinare completamente le zone verdi distrutte dalle fiamme. I danni sono pari a oltre diecimila euro all’ettaro fra le spese immediate per lo spegnimento e la bonifica delle zone colpite e quelle a lungo termine. Operazioni di bonifica, queste, relative alla ricostituzione dei sistemi ambientali ed economici delle aree devastate”.
Un pericolo concreto
Il divampare delle fiamme è certamente favorito dal clima anomalo di questa torrida estate 2022. Una stagione particolarmente afosa che, con una temperatura addirittura superiore di 0,76 gradi rispetto alla media storica, si classifica come l’anno più caldo di sempre. “Ma a preoccupare – sottolinea la Confederazione Nazionale Coldiretti – sono anche la disattenzione e l’azione dei piromani. Si stima, infatti, che oltre il 60% degli incendi finora riscontrato in Italia sia stato causato volontariamente”.
Unitamente a ciò, le alte temperature e l'assenza di precipitazioni degli ultimi mesi hanno inaridito i terreni, favorendo l'innesco degli incendi nelle campagne e nei boschi. Boschi “spesso abbandonati a causa della chiusura delle aziende agricole, che non possono più svolgere una funzione di controllo e monitoraggio per intervenire tempestivamente” sottolinea ancora la Confederazione.
“Per difendere il bosco italiano – continua – occorre creare condizioni economiche e sociali tali per cui sia possibile contrastare l’allontanamento dalle campagne. Il tutto dando vita a una valorizzazione di quelle funzioni di vigilanza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, anche nei confronti delle azioni criminali”.
Il caso ligure
“Nell’ultimo periodo – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria, Gianluca Boeri, e il Delegato Confederale, Bruno Rivarossa – anche la Liguria ha dovuto far fronte su tutto il suo territorio a numerosi episodi relativi a incendi boschivi. Sia accidentali che dolosi”.
Nonostante la situazione venga tenuta sotto controllo, i danni ambientali che si riscontrano dopo episodi come questi sono, purtroppo, sempre un problema, sotto diversi punti di vista.
Prevenire è meglio
“Come l’Italia intera, anche la Liguria – continuano Boeri e Rivarossa – in questo scenario si trova continuamente a rischio incendi. La siccità e il caldo torrido non danno tregua, e il dolo è sempre dietro l’angolo. Alcuni accorgimenti, però, possono contribuire a limitare i pericoli, almeno in questo senso. Non abbandonare mai rifiuti o immondizie all’interno o in prossimità di aree boschive è anzitutto fondamentale. E, in particolare, evitare la dispersione nell’ambiente di contenitori sotto pressione (quali bombolette di gas, deodoranti, vernici et similia) che, con le elevate temperature, potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui si dovesse avvistare un incendio, inoltre, è bene non prendere iniziative autonome, ma piuttosto allertare tempestivamente i soccorsi, mantenendosi sempre a favore di vento ed evitando di farsi accerchiare dalle fiamme”.