Martedì 31 gennaio il Consiglio regionale della Liguria ha approvato l’ordine del giorno 700, che impegna la giunta a chiedere al commissario straordinario per la PSA e al Governo di rivedere l’ordinanza n.4 di giugno 2022. Un ODG che prevede l’applicazione di misure più efficaci contro la sovrappopolazione dei cinghiali, grazie a cui semplificare le disposizioni sulle attività dei volontari nella gestione dell’emergenza e garantire il rispetto di eventuali rischi penali.
Il contenuto dell'ODG
All’interno del documento viene richiesto di disporre controlli e depopolamento del cinghiale, deroghe al divieto di consumo delle carni per consentire l’autoconsumo e revisioni della zona infetta, oltre al reclutamento di personale per i servizi veterinari e per la vigilanza e fondi per affrontare la situazione.
Il commento di Coldiretti Liguria
“Sulla carta l’impegno c’è – commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – ma ora più che mai alle parole devono seguire i fatti. Come Coldiretti non nascondiamo la nostra preoccupazione, su più fronti differenti. Oltre al continuo tentativo di riversare le responsabilità tra Regione, Commissario straordinario e Ministero, siamo sinceramente allarmati dal fatto che a oltre un anno dall’inizio dell’epidemia la Liguria continui a versare in una situazione di grave ritardo, con misure non congrue e un numero di abbattimenti assolutamente inadeguato. Un disastro economico, sociale e in termini di sicurezza, sia per l’agricoltura che per il turismo e tutti gli altri settori che si trovano coinvolti”.
A ciò si aggiunge, poi, la seria possibilità di allargare la zona rossa a un’ulteriore porzione di territorio della provincia di Savona, “che potrebbe, a nostro avviso, contribuire a incrementare le difficoltà vissute da tutto il nostro mondo imprenditoriale, agricolo e forestale. Una situazione di fronte a cui non si può più tergiversare: è necessario porre rimedio alla questione quanto prima e mettere in atto una soluzione concreta, senza “se” e senza “ma”. Che alle parole seguano finalmente i fatti: le Istituzioni devono agire concretamente, nell’interesse delle aziende e del territorio”.