“Apprezziamo la scelta di accogliere la nostra proposta di cambiare il nome del Dicastero, che con il nuovo Governo assume la nomenclatura di Ministero dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare. Una scelta significativa, che rappresenta nei fatti un impegno concreto per investire nella crescita del settore, estendere le competenze all’intera filiera agroalimentare, ridurre la dipendenza dall’estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità”.
Questo il commento del Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel suo intervento alla Fiera zootecnica di Montichiari (20-22 ottobre 2022) in riferimento all’ istituzione del nuovo Ministero guidato da Francesco Lollobrigida.
Una modifica importante
“La pandemia prima e la crisi energetica – sottolineano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – hanno dimostrato in maniera forte la centralità del cibo e l’importanza di garantire l’autonomia alimentare del Paese in uno scenario globale segnato da distorsioni commerciali, accaparramenti e speculazioni, che ogni giorno mettono a rischio gli approvvigionamenti. Ottimizzare l’impiego dei fondi del Pnrr e ammodernare la rete logistica, difendere i 35 miliardi di fondi europei per l’agricoltura, combattere l’etichetta Nutriscore, l’arrivo del cibo sintetico in tavola e gli accordi internazionali sbagliati che penalizzano il Made in Italy, ma anche fermare l’invasione di cinghiali e realizzare un piano invasi per garantire acqua in tempi di siccità: questi sono gli impegni che ci aspettiamo dal nuovo Governo”.
In quest’ottica, ancor più fondamentale risulta oggi “intervenire subito sui rincari dell’energia – concludono Boeri e Rivarossa – che mettono a rischio una filiera centrale per le forniture alimentari delle famiglie, che dai campi alla tavola vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio e vale 575 miliardi di euro: quasi un quarto del Pil nazionale”