23 Gennaio 2008
E’ ENTRATO IN VIGORE L’OBBLIGO DI ETICHETTATURA DELL’OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA

ed impedire di “spacciare” come Made in Italy miscuglidi olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine, come è avvenuto fino ad ora senza alcuna informazione per i consumatori. Lo ha reso noto la Coldiretti, che ha fortemente sostenuto con la mobilitazione il provvedimento, nel sottolineare che è scaduto il termine di novanta giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale N.243 del 18 ottobre del Decreto recante “Norme in materia di indicazioni obbligatorie nell’etichetta dell’olio vergine ed extravergine” previsto per l’entrata in vigore.
Occorre attivare i controlli negli stabilimenti per assicurare che tutti gli oli etichettati, d’ora in poi, rispettino le condizioni fissate dal Decreto che prevede che sulle confezioni di vergine ed extravergine siano indicati obbligatoriamente lo Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l'olio, mentre se le olive sono state prodotte in più paesi, questi andranno tutti indicati in ordine di quantità decrescente, con la possibilità di multe fino a 9.500 euro per i trasgressori di ogni singola violazione.
Di fatto, fino ad ora, quasi Ia metà dell'olio “italiano” venduto sul territorio nazionale è spremuto da olive di cui non si conosce la provenienza che, grazie al provvedimento, dovrà invece essere indicata in etichetta per fare finalmente chiarezza per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli.
Per non cadere nelle trappole del mercato ed aiutare i cittadini a fare scelte di acquisto consapevoli, la Coldiretti ha organizzato a Palazzo Rospigliosi giovedì 17 gennaio una iniziativa dimostrativa per svelare i segreti per riconoscere il vero extravergine Made in Italy e riconoscere dalle etichette l’origine dell’extravergine che si acquista. E’ possibile essere sicuri di acquistare olio ottenuto esclusivamente da olive italiane scegliendo uno dei 38 extravergini a denominazione di origine (Dop) prodotti in Italia, acquistando direttamente nelle aziende agricole oppure verificando attentamente che sulle etichette ci sia scritto il luogo di  origine delle olive come “da olive raccolte in Italia”, “da olive coltivate in Italia”, “da olive prodotte in Italia” o “100% olive italiane” e non solo il luogo di confezionamento dell’olio.
Se l’extravergine in vendita nei prossimi giorni non riporterà queste indicazioni significa  che si tratta di olio straniero o ottenuto da miscugli di olive con origine anche diversa da quella nazionale. L’assenza di indicazioni sull’origine delle olive può invece significare due cose: o il mancato rispetto della legge o il fatto che si tratta di olio imbottigliato prima del 17 gennaio per il quale il decreto concede la possibilità di 18 mesi di tempo per la commercializzazione.
L'obbligo di indicare l'origine delle olive impiegate in etichetta previsto dal decreto è un contributo alla trasparenza se si considera che si è verificato un aumento record del 25 per cento degli arrivi di olio di oliva estero proveniente soprattutto da Spagna, Tunisia e Grecia, nei primi nove mesi del 2007, mentre la produzione nazionale è stimata in calo del 15 per cento rispetto all’anno precedente su valori di poco superiori ai 5 milioni di quintali, secondo le stime della Coldiretti.
La norma per l'indicazione di origine in etichetta consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all'ambiente. L'Italia è il secondo produttore europeo di olio di oliva, con due terzi della produzione extravergine e con 38 denominazioni (Dop/Igp) riconosciute dall'Unione Europea, che sviluppano un valore della produzione agricola di circa 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative. Dal punto di vista commerciale le importazioni di 430mila tonnellate superano nettamente le esportazioni pari a 280mila tonnellate.
“L’entrata in vigore del provvedimento è un momento molto atteso dalla Coldiretti che, assieme alle associazioni dei consumatori, ha raccolto un milione e mezzo di firme per una iniziativa di legge popolare su questo obiettivo”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “vigileremo per garantire una corretta applicazione del provvedimento e per impedire ritardi ed omissioni che danneggiano le imprese ed in consumatori”.