Lo studio evidenzia 53 pericoli per la salute derivanti dal consumo di cibi “a base cellulare”
Sono 53 i potenziali pericoli per la salute dei cibi sintetici individuati nel primo Rapporto FAO-OMS sul “cibo a base cellulare”. Definizione, questa, considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Food and Agriculture Organization of the United Nations più chiara e meno fuorviante rispetto al termine “coltivato”, preferito invece dalle industrie produttrici.
Il report e la relativa analisi Coldiretti
“Il documento – sottolinea la Coldiretti – consta di 134 pagine in cui viene evidenziata la necessità di garantire la sicurezza alimentare attraverso l’identificazione dei pericoli potenziali nella catena di produzione degli alimenti, al fine di valutare ulteriormente i rischi loro associati prima della diffusione commerciale su larga scala”.
Senza dimenticare che “il cibo sintetico, carne in primis – incalza ancora la Coldiretti – non deve essere definita “coltivata”, perché non lo è. Il paper FAO-OMS parla chiaro: l’uso improprio del termine “carne coltivata” genera il rischio oggettivo di fuorviare la percezione dei consumatori. Anche secondo la stessa enciclopedia Treccani, infatti, per carne si intende “la parte muscolare del corpo dell'animale”: vien da sé che, di conseguenza, senza animale non c’è carne. Il significato di coltivare, invece, è letteralmente “curare un terreno, una pianta con il lavoro, la concimazione e gli altri mezzi opportuna renderli capaci di far frutto”, cosa che con questi cibi non avviene”.
I pericoli connessi al consumo di cibo sintetico
“I pericoli potenziali dei cibi a base cellulare – spiegano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – interessano le quattro fasi della loro lavorazione: la selezione delle cellule, la produzione, la raccolta e la trasformazione”.
Rischi che, secondo gli esperti consultati da FAO e OMS, “riguardano la trasmissione di malattie, le infezioni animali e la contaminazione microbica – precisano ancora Boeri e Rivarossa – oltre alla necessità di prestare particolare attenzione ai componenti utilizzati nei bioreattori, come fattori della crescita e ormoni, e sulle modalità con cui queste molecole attive possono interferire con il metabolismo o essere addirittura associate allo sviluppo di alcuni tipi di cancro”. Senza dimenticare che, sempre secondo il Rapporto FAO-OMS, gli ingredienti aggiunti per migliorare le caratteristiche dei cibi sintetici possono causare reazioni allergiche anche gravi.
Una questione che coinvolge salute, etica e ambiente
“Ultimi, ma non certo per importanza – concludono il Presidente ligure e il Delegato Confederale – sono le questioni etiche, le considerazioni ambientali, l’opinione dei consumatori, gli aspetti nutrizionali, i costi di produzione, i prezzi dei prodotti finali e i requisiti normativi, quali meccanismi di approvazione e regole di etichettatura, affrontati in chiusura del documento redatto da OMS e FAO e che contribuiscono a evidenziare come i processi di produzione di questi particolari alimenti di laboratorio risultino molto più simili a quelli dei farmaci che non a una lavorazione alimentare”.
Il Rapporto FAO-OMS
Secondo il Rapporto, un potenziale problema di sicurezza alimentare potrebbe verificarsi nel caso in cui, all’interno del prodotto finale, risultassero presenti in grandi quantità – o comunque a livelli sufficienti a creare una reazione avversa nell’uomo – una o più sostanze tra quelle utilizzate nella creazione di cibi sintetici. Il processo di produzione dei cibi a base cellulare, infatti, prevede l'uso di una o più sostanze in grado di fornire alle cellule segnali appropriati per sostenere la vitalità, la replicazione e la differenziazione, tra cui siero di origine animale, proteine e peptidi (generalmente ricombinanti), ormoni steroidei, acidi nucleici (quali ad esempio, l’acido micro ribonucleico o miRna, l’Rna messaggero o mRna) e piccole entità molecolari. Nessuna di queste è mai stata usata prima nella produzione alimentare convenzionale.
Lo stop al cibo sintetico in Italia
“Lo stop al cibo sintetico deciso dal Governo lo scorso 28 marzo è stato importantissimo – concludono Boeri e Rivarossa – sia perché salva 580 miliardi di euro di valore di una filiera agroalimentare nazionale che in termini di salute. E la pubblicazione del Rapporto FAO-OMS ne è l’ennesima prova. Come Liguria siamo orgogliosi di aver contribuito in modo concreto al raggiungimento delle 500mila firme raccolte complessivamente a livello nazionale, oltre che dell’importante risposta ottenuta dalla maggioranza dei comuni liguri, che hanno sposato la nostra causa disponendo delibere ad hoc contro i cibi in provetta”.