Raddoppiano i costi per le imbarcazioni a causa di guerra e caro energia, ma c’è uno spiraglio: arriva il via libera ai fondi europei per aumentare la competitività e la sostenibilità della pesca nazionale.
La Commissione UE adotta per l’Italia il Piano del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura (Feampa), che destina al settore ittico tricolore quasi un miliardo di euro per i prossimi sei anni (2021-2026). Di questi, circa la metà dei fondi andrà alla pesca sostenibile, mentre oltre un terzo dei fondi sarà destinato all'acquacoltura, alla trasformazione e alla commercializzazione del pesce.
Il piano pesca
“Un annuncio importante – commenta Daniela Borriello, Responsabile di Coldiretti Impresa Pesca Liguria – per un settore che sta attraversando un momento di difficile crisi a causa dell’esplosione dei costi energetici”.
Il prezzo medio del gasolio per la pesca, infatti, è praticamente raddoppiato rispetto allo scorso anno, costringendo i pescherecci liguri a navigare in perdita o a tagliare le uscite. Un problema importante, soprattutto se si tiene in conto che oltre la metà dei costi sostenuti dalle aziende ittiche è rappresentata proprio dal carburante. Tutto ciò, inoltre, ha favorito le importazioni di pesce straniero, il cui valore – secondo un’analisi Coldiretti sui dati Istat – è aumentato del 27% nei primi sette mesi del 2022.
Un trend che, purtroppo, va a peggiorare ulteriormente una situazione in cui la produzione nazionale di pesce ammonta a circa 180mila tonnellate, mentre le importazioni di pesce fresco e congelato sono di circa 840mila tonnellate l'anno.
La situazione ligure
In questo scenario, però, per la nostra regione si scorge qualcosa di positivo: la Liguria, infatti, “sarà premiata con una dotazione di risorse maggiori rispetto alla precedente programmazione – continua Borriello – e questo perché è una delle poche regioni italiane ad aver sempre speso in maniera ottimale tutta la dotazione ricevuta in ogni programmazione”.
A pesare, però, sono anche le scelte dell’Unione Europea, che hanno portato a “una riduzione dell’attività di pesca per la pesca a strascico, il segmento più produttivo della flotta peschereccia nazionale, a poco più di 120 giorni – spiegano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – vale a dire un terzo delle giornate annue. Tutto questo ha portato di fatto la pesca a strascico sotto la soglia della sostenibilità economica, con il risultato che nello spazio di una generazione la flotta italiana si è ridotta di un terzo”.
Fortunatamente, però, in questo caso la pesca a strascico per la Liguria mantiene comunque dei buoni numeri, impegnando circa il 30% delle quasi 500 imbarcazioni.