Il caldo opprimente e la siccità spingono 2,3 milioni di cinghiali nelle città. Dopo aver fatto piazza pulita nelle campagne di quel che rimane delle coltivazioni, decimate dalla mancanza di acqua e dalle temperature roventi, e aver costretto gli allevatori liguri ad abbattere migliaia di maiali sani per il rischio della peste suina, gli ungulati invadono senza freni le strade e i corsi d’acqua metropolitani, ormai allo stremo, ritrovandosi a vagare senza meta in cerca di cibo e refrigerio.
La situazione in Liguria
“L’invasione dei cinghiali nei centri abitati – spiegano Il Presidente di Coldiretti Liguria, Gianluca Boeri, e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è un problema che la Liguria affronta già da molto tempo. Gli episodi, purtroppo, sono sempre più frequenti, e mettono a rischio la sicurezza delle persone. Sia nelle città che nelle campagne. Questi suidi portano malattie, razzolano fra i rifiuti, causano incidenti e spaventano le famiglie. Un problema tanto grave che, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe, oltre 8 italiani su 10 ormai pensano che vada affrontato con il ricorso agli abbattimenti, incaricando personale specializzato per ridurne il numero”.
Stando alle statistiche, il 26% degli italiani si è trovato faccia a faccia con questi animali almeno una volta nella vita. Percentuale che, nell’ultimo periodo, continua a crescere.
Il problema della peste suina
“Non va poi dimenticato che i branchi – sottolineano Boeri e Rivarossa – sono diventati anche il principale vettore della peste suina. Tale patologia ha costretto gli allevatori liguri ad abbattere migliaia di capi in piena salute, ha causato loro ingenti perdite e ha messo a rischio la norcineria nazionale. La norcineria è un settore di punta per l’agroalimentare Made in Italy, in cui lavorano circa 100mila persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione. Vanta un fatturato annuo di 20 miliardi di euro”.
In cerca di soluzioni
Ad oggi i cinghiali rappresentano un vero e proprio flagello per i campi e per le tavole dei liguri e degli italiani. Anche a causa della proliferazione della fauna selvatica, negli ultimi anni gli agricoltori hanno abbandonato 800mila ettari di terreni fertili. Terreni che oggi, oltre a non essere più produttivi, sono esposti all’erosione e al dissesto idrogeologico. “È fondamentale l’emanazione di un Decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della Legge 157 del 1992 – incalzano, infine, il Presidente ligure e il Delegato Confederale – in modo tale da consentire il depopolamento necessario dei cinghiali in una situazione che, altrimenti, è destinata a degenerare”.