Dopo aver sempre segnalato anche questo rischio, pronti a richiedere i risarcimenti anche per i danni d’immagine
Tanto tuonò che piovve. Come da tempo segnalato da Coldiretti Liguria con diverse manifestazioni, come quella dello scorso 8 luglio 2021 in piazza De Ferrari a Genova, con comunicati stampa, segnalazioni, e lettere alla Regione, purtroppo è stato trovato il primo caso di Peste Suina Africana in Liguria, come già accaduto in Germania e nell’Est Europa; e sono già 24 i comuni liguri individuati dalla Regione e dal Ministero della Salute come “zona infetta”, data anche la vicinanza con i casi piemontesi.
Coldiretti, conscia dei danni e del rischio sanitario legato all’invasione di cinghiali che nella nostra Regione, secondo le stime, superano ormai gli 80mila esemplari, a dicembre aveva già richiesto alla Regione tutti i numeri aggiornati del problema, compresi i censimenti e gli abbattimenti della stagione venatoria. Questa richiesta, fino ad ora inevasa, era ed è fondamentale per avere un quadro di maggiore trasparenza sul fenomeno legato all’elevatissimo numero di cinghiali e sull’incapacità o non volontà, con le forme attuali, di contenerli. Più volte abbiamo anche segnalato i rischi per la società dettati dagli incidenti sempre più frequenti, così come da tempo cerchiamo di far capire alla Regione che un numero così elevato di animali selvatici non tenuto sotto controllo poteva generare anche la possibilità, vista la presenza in Europa della Peste Suina, di questa grave eventualità. Ora è necessario più che mai contenere la situazione con gli opportuni interventi, dal momento che la Peste Suina Africana è altamente pericolosa e spesso letale per i suinidi, ma non è trasmissibile agli esseri umani.
“Siamo fortemente preoccupati. –affermano Gianluca Boeri presidente di Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale- Gli interventi immediati e urgenti che da tempo chiediamo, così come i controlli a tappeto sui cinghiali abbattuti, devono ora sicuramente essere fatti; non bastano più, di fronte ad uno spettro così grave e rischioso, solo i controlli eseguiti a campione alla ricerca della Trichinella. Bisogna anche mettere mano definitivamente alla forma di tracciamento della filiera e della commercializzazione dei cinghiali abbattuti, per questo ci aspettiamo che la Regione si attivi ora con la massima solerzia per richiedere tutti gli interventi necessari in queste casistiche coordinandosi con il Governo centrale; inoltre, attendiamo che ci trasmetta quanto prima i dati che abbiamo richiesto per conoscere bene i numeri e i meccanismi che vengono generati dall’attuale sistema di caccia, questo anche per monitorare in termini sanitari e fiscali il fenomeno. L’altra forte preoccupazione è per il danno d’immagine che questa situazione potrebbe creare diventando anche uno strumento di speculazione economica nei confronti del nostro territorio, rischiando di colpire ingiustamente i nostri allevatori che, invece, conducono i loro allevamenti con standard di bio sicurezza molto elevati. Se dovessero generarsi speculazioni a loro danno, -concludono Boeri e Rivarossa- attueremo ogni misura possibile per difendere i nostri imprenditori già fortemente colpiti dalla crisi legata alla pandemia”.