Coldiretti: “Stop del Senato sostenuto da 3 italiani su 4”
Il 74% degli italiani (ben 3 su 4) è a favore del via libera del Senato al Ddl sui cibi sintetici, dichiarandosi fermamente contrari al consumo di latte, carne e pesce prodotti in laboratorio. È quanto emerge dall’analisi messa in atto dalla Coldiretti sulla base dei dati Notosondaggi.
L'importante voto del Senato italiano
A Palazzo Madama la votazione del Ddl che vieta la produzione, l’immissione sul mercato e l’importazione in Italia di alimenti e mangimi artificiali (ma non la ricerca) si è concretizzata con 93 voti favorevoli, 28 contrari e 33 astenuti.
Una risposta importante – sia del Governo che dell’opinione pubblica – alla grande mobilitazione portata strenuamente avanti dalla Coldiretti fin dal 2022, che ha portato finora alla raccolta di oltre 2 milioni di firme e di più di duemila delibere comunali unanimi (provenienti da tutte le Regioni italiane, da ogni colore politico e da esponenti di tutti gli schieramenti, oltre che da Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei e Sindaci) a sostegno del provvedimento.
Il commento di Coldiretti Liguria
“Solo alla fine dello scorso giugno – commentano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – è nata, peraltro, un’inedita, larga e composita alleanza per reclamare la difesa della cultura del cibo di qualità e spingersi contro quello artificiale e sintetico”.
Di essa fanno parte ben 39 Organizzazioni nazionali, quali ACLI, AcliTerra, ADUSBEF, ANPIT, ASI, AssoBio, Centro Consumatori Italia, Cia, CNA, Città del Vino, Città dell’Olio, Codacons, CODICI, Consulta Distretto del Cibo, CTG, Coldiretti Demeter, Ecofuturo, EWA, FEDERBIO, Federparchi, FIPE, Fondazione QUALIVITA, Fondazione UNA, Fondazione UniVerde, GLOBE, GREENACCORD, GRE, Italia Nostra, Kyoto Club, LEGA CONSUMATORI, MASCI, MOVIMENTO CONSUMATORI Naturasi, Salesiani per il sociale, Slow Food Italia, UNPLI e Wilderness.
Il Rapporto FAO-OMS sul "cibo a base cellulare"
In questo scenario, “il voto del Senato – aggiungono Boeri e Rivarossa – riprende anche i dubbi espressi nel primo Rapporto FAO-OMS sul “cibo a base cellulare”, pubblicato lo scorso aprile e che, all’interno delle sue 134 pagine, ha evidenziato la necessità di garantire la sicurezza alimentare attraverso l’identificazione dei pericoli potenziali nella catena di produzione degli alimenti ed esplicitato i 53 pericoli potenziali per la salute individuati, che spaziano dalle allergie ai tumori e interessano le quattro fasi della loro lavorazione: la selezione delle cellule, la produzione, la raccolta e la trasformazione”.
I rischi del cibo sintetico
Rischi che, secondo gli esperti consultati da FAO e OMS, “riguardano la trasmissione di malattie, le infezioni animali e la contaminazione microbica – precisano ancora il Presidente ligure e il Delegato Confederale – oltre alla necessità di prestare particolare attenzione ai componenti utilizzati nei bioreattori, come fattori della crescita e ormoni, e sulle modalità con cui queste molecole attive possono interferire con il metabolismo o essere addirittura associate allo sviluppo di alcuni tipi di cancro”.
Problemi ambientali e di salute
Senza dimenticare che gli ingredienti aggiunti per migliorare le caratteristiche dei cibi sintetici possono causare reazioni allergiche anche gravi, mentre le stesse sostanze a base cellulare sembrano avere un potenziale di riscaldamento globale da 4 a 25 volte superiore al medesimo parametro della carne bovina tradizionale. Dato, questo, confermato anche dai risultati della ricerca realizzata da Derrick Risner e dai suoi colleghi dell'Università di Davis, in California, pubblicato lo scorso maggio sul sito www.biorxiv.org come contributo alla chiarezza in un campo d'indagine recente.
Il primato dell'agroalimentare made in Italy e made in Liguria nel mondo
“L’Italia è leader mondiale per qualità e sicurezza alimentare – concludono – e proprio per questo ha la responsabilità di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute e dell’ambiente. La diffusa diffidenza verso i cosiddetti cibi “a base cellulare” conferma ancora una volta la necessità di rispettare il principio di precauzione di fronte a una nuova tecnologia con ancora molte incognite, che rischia di cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda”.
In virtù di ciò, dunque, la sfida che la Coldiretti lancia alle Istituzioni europee è che gli alimenti creati in laboratorio nei processi di autorizzazione non vengano equiparati a cibo, ma piuttosto a prodotti a carattere farmaceutico.