Nell’anno della crisi i soldi pubblici rischiano di finire a Di Caprio a danno del comparto zootecnico ligure già in ginocchio
L’emergenza Covid è costata alle stalle italiane quasi 2 miliardi di euro tra il blocco delle vendite, le fake news e il crollo dei prezzi, mettendo a rischio la sopravvivenza della Fattoria Italia. Ma oltre al danno anche la beffa: in una tale situazione di crisi l’Unione europea, che aveva avviato il programma di finanziamenti React Eu per rispondere alla crisi generata dalla pandemia, ha deciso di investire nella “carne” in laboratorio, una produzione che costituirebbe l’ennesima mazzata per il sistema dell’allevamento italiano ed europeo già in ginocchio.
E’ inaccettabile l’utilizzo di risorse pubbliche per il business privato della “carne” in provetta dietro il quale si nascondono rilevanti interessi economici e speculazioni internazionali dirette a sconvolgere il sistema agroalimentare mondiale: si parla di 2 milioni di euro concessi alle aziende olandesi Nutreco e alla Mosa Meat, in cui ha investito anche il famoso attore americano Leonardo di Caprio che non ha certo bisogno dei soldi dei cittadini europei. Non si tratta peraltro dell’unico episodio di personaggio pubblico – ricorda Coldiretti - che cerca di fare business con la carne finta, come dimostra il caso del magnate Bill Gates.
La scelta di sostenere società che puntano a fare concorrenza sleale sul mercato spacciando per carne prodotti ottenuti – rileva Coldiretti - dalla moltiplicazione cellulare in laboratorio combinate con fattori di crescita e sostanze compatibili con i tessuti biologici, si aggiunge alla campagna di demonizzazione in atto per la vera carne, e rischia di modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione senza peraltro aver effettuato una reale verifica indipendente sull’impatto etico ed ambientale di queste produzioni
Il settore bovino sta già subendo una forte crisi a causa dell’emergenza sanitaria: con lo stop della ristorazione le vendite sono drasticamente calate e i prezzi sono crollati facendo registrare continue perdite e il rischio chiusura di molte imprese. E’ necessario un intervento immediato per dare garanzie e proteggere una filiera che è strategica anche per la salvaguardia del territorio dal rischio idrogeologico.
"L’attività di allevamento ha un ruolo fondamentale nel preservare paesaggi, territori, tradizioni e cultura poiché quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere lo spopolamento e il degrado da intere generazioni -hanno affermato il Presidente Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa-. Il settore bovino da carne sta attraversando una crisi estremamente pesante per cui si sta mettendo in forte rischio la sopravvivenza delle imprese con conseguenze disastrose sia per gli addetti e le loro famiglie, sia per l’indotto generato, sia per l’ambiente e per il territorio. Il calo della domanda ha mandato in sofferenza molte aziende liguri produttrici di grandi eccellenze, specialmente in Val Bormida: per questo vanno individuati, quanto prima, strumenti di sostegno, aiuti diretti alle imprese e ristori concreti: "La situazione non è più rinviabile –continuano Boeri e Rivarossa– e necessita di particolare attenzione e specifici interventi per garantire la tenuta economica e reddituale delle imprese coinvolte che, oltretutto, stanno già sopportando gli aumenti delle materie prime per l’alimentazione con la soia che registra un più 80% ed il mais un più 50% rispetto all’anno scorso”.