I cinghiali rappresentano il principale veicolo di diffusione della Peste suina africana (Psa), con oltre 2,3 milioni di animali che stringono d’assedio città e campagne, da Nord e Sud della Penisola. Per quel che concerne la nostra Regione, durante la prossima stagione di caccia, nelle zone liguri non soggette alle restrizioni per la peste suina, il PRIU – approvato dalla giunta della Regione Liguria e inviato all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e al Centro di referenza nazionale pesti suine (Cerep) per i pareri di competenza – prevede che si potranno abbattere fino a 35.451 cinghiali. Il 180% di quanto fatto nell'ultimo anno.
La crescita del contingente cacciabile risponde a precise indicazioni dei Ministeri della Salute e delle Politiche agricole per il contenimento della peste suina africana, che a loro volta comporterebbero la riduzione dell'80% della popolazione dei cinghiali tra caccia e prelievi di controllo.
La circolare del Ministero della Salute
Viste e considerate queste premesse, ci preme sottolineare come, all’interno di una nota del 12 settembre, il Ministero della Salute – nell’ambito di un aggiornamento della situazione epidemiologica e normativa della PSA in Italia – abbia trasmesso alla Commissione europea l’integrazione del Piano di sorveglianza nazionale PSA 2021/2022 per quanto riguarda le misure di eradicazione in Liguria e nel limitrofo Piemonte per il 2022.
In questo scenario, lo stesso Ministero ha caldamente invitato la nostra Regione (testualmente) ad “attuare quanto prima le misure previste dal piano integrato di eradicazione, trasmesso con nota DGSAF prot. n. 18714 del 3 agosto 2022”.
La situazione in Liguria
“Considerata la situazione – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – una riduzione numerica della specie cinghiale, in accordo con le disposizioni ministeriali, deve essere messa in atto quanto prima. Rallentare la diffusione della PSA è un dovere nei confronti dei lavoratori delle nostre campagne e dell’entroterra ligure, già largamente vessati da problematiche legate alla proliferazione esponenziale degli ungulati e ai conseguenti danni che il loro passaggio causa”.