15 Aprile 2022
PASQUA: IN LIGURIA TORNANO AGRITURISMI E DOLCI CASALINGHI

Positivo primo banco di prova della ripresa del turismo; la guerra incide sui prezzi delle tavole

Dopo due anni di restrizioni a causa del Covid che avevano praticamente azzerato le presenze in alberghi e agriturismi, quasi un italiano su quattro (23%) ha scelto di mettersi in viaggio approfittando delle festività di Pasqua e del vicino ponte del 25 aprile. E anche se non si è ancora tornati ai livelli pre-pandemia, considerate le tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina, la meta preferita resta il Belpaese scelta dal 95% degli italiani, mentre solo una minoranza si spingerà in Europa o addirittura in altri continenti. Una persona su tre resterà all’interno della propria regione, prediligendo scampagnate e picnic: e in Liguria gli agriturismi sono già pronti ad accogliere i visitatori che decideranno di trascorrere una giornata in campagna, magari approfittando della cucina dei cuochi contadini o delle pietanze da asporto. Il settore, che l’anno scorso ha perso ben il 27% delle presenze rispetto al 2019, soprattutto per effetto del crollo degli stranieri, in Liguria aveva registrato una ripresa nei mesi di luglio e agosto, con qualche arrivo anche nelle vacanze natalizie, ma adesso c’è la voglia di una ripartenza duratura in vista dell’arrivo della bella stagione.

“Le festività pasquali e il ponte del 25 aprile costituiranno il vero banco di prova di ripartenza del settore turistico, e i nostri agriturismi sono pronti ad accogliere tutti coloro che decideranno di trascorrere qualche giorno in totale relax in mezzo al verde, alla riscoperta delle tradizioni e della cultura locale. –spiega Marcello Grenna Presidente Terranostra Liguria- Per i prossimi giorni abbiamo ricevuto diverse prenotazioni e possiamo dire che i turisti, come previsto, stanno dimostrando la voglia di riscoperta dei piccoli borghi e dei grandi spazi aperti a seguito della pandemia. Tuttavia, sebbene qualche prenotazione arrivi anche da altri paesi, soprattutto Olanda, Germania e Svizzera, il turismo estero è ancora molto lontano dai livelli pre-covid, forse anche a causa dell’incertezza scatenata dal conflitto ucraino”.

E se la tavola, con la cucina a chilometro zero, resta uno dei principali motivi di attrazione per i turisti che scelgono l’agriturismo, quest’anno torna anche la tradizione dei dolci fatti in casa, spinta dal caro prezzi scatenato dalla guerra in Ucraina che non ha risparmiato i prodotti di pasticceria. In più di quattro famiglie su 10 (41%), infatti, si tornerà ai fornelli, con le ricette tipiche della tradizione per cui in Liguria non mancheranno di certo i tradizionali cavagnetti, piccoli cestini di pasta dolce lievitata che racchiudono un uovo sodo, talvolta colorato con varie decorazioni, e che sono simbolo pasquale di rinascita. Molto apprezzati anche i Quaresimali, dolci tipici a base di pasta di mandorle, zucchero e farina, creati dalle suore intorno al 1500 per essere offerti ai prelati che dovevano rispettare il rigore del periodo di Quaresima, in cui era vietato dal dogma cristiano ogni eccesso.

“Queste festività saranno un’occasione per riscoprire i viaggi di prossimità e la cultura del territorio ligure, con le nostre strutture pronte e impazienti di accogliere i turisti. –spiegano Gianluca Boeri Presidente Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale- Sulle tavole inoltre, sebbene la colomba resti il dolce preferito delle feste (presente nel 71% delle case) prima dell’uovo di cioccolata (scelto dal 66% degli italiani), torneranno i piatti tipici fatti in casa, un modo per permettere alle ricette tradizionali di non venir dimenticate e per riscoprire il piacere di stare in famiglia. Anche in questo caso, il nostro consiglio è quello di scegliere comunque la qualità, con ingredienti a Km0 delle aziende agricole del territorio, dalle uova al miele, dalla frutta al latte. In questo modo si ha la certezza di portare in tavola prodotti freschi e si da valore al lavoro dei produttori locali, sostenendo le imprese liguri in questo periodo di difficoltà segnato dai rincari dovuti al conflitto”.