4 Novembre 2021
ACCORDO DAZI G20: CHIAVE PER RIPARTENZA ECONOMICA E APERTURA COMMERCIALE

Dopo la pandemia è necessario agevolare l’export delle grandi eccellenze Made in Liguria

L’accordo raggiunto al G20 di Roma tra Stati Uniti e Unione Europea mette fine alla disputa iniziata nel 2019 da Donald Trump: l’intesa sui dazi per l’acciaio si estende anche alla tavola, dove cadono definitivamente le ritorsioni dell’Unione Europea che avevano colpito le importazioni dagli Stati Uniti di bourbon whiskey, mirtilli, succo d’arancia, fagioli, mais, burro d’arachidi, riso, tabacco e sigari che solo per l’Italia valgono circa 30 milioni di euro, oltre che ai manufatti in ferro, acciaio e ghisa, barche, motociclette, abiti e cosmetici. La guerra commerciale aveva portato a dazi aggiuntivi statunitensi del 25% che gravavano sulle esportazioni agroalimentari made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro: Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone, salami, mortadelle, crostacei, molluschi, agrumi, succhi e liquori erano solo alcuni dei prodotti colpiti; le misure erano state sospese con l’entrata in vigore l’11 marzo 2021 dell’accordo tra il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente Usa Joe Biden.

Quello fatto al G20 costituisce un passo essenziale per avviare una crescita comune in un momento di uscita e ripresa post pandemia: il superamento dei dazi sull’acciaio si trasferisce a valanga sui costi di produzione nel settore agroalimentare, dagli imballaggi ai trasporti fino alle macchine. Si tratta di misure essenziali per tutelare le produzioni made in Liguria e salvaguardare le esportazioni: tra i prodotti che rischiavano maggiormente di essere colpiti c’erano i vini DOC locali che, grazie alla qualità della produzione, continuano a crescere sulla maggior parte dei mercati internazionali e hanno fatto segnare un generale +8,9% nei primi sette mesi del 2020, nonostante la situazione emergenziale dovuta al Covid. Tra i liguri più richiesti si contano 8 vini DOC (DOC 5Terre, DOC Rossese di Dolceacqua, DOC Riviera Ligure di Ponente, DOC Golfo del Tigullio – Portofino, DOC Val Polcevera, DOC Colline di Levanto, DOC Colline di Luni e DOC Ormeasco di Pornassio) e i 4 IGT (Colline del Genovesato, Liguria di Levante, Colline Savonesi, Terrazze dell’imperiese).

“Le esportazioni di prodotti agroalimentari nazionali –affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa- vengono spesso colpite da guerre commerciali che nulla hanno a che vedere con le produzioni stesse. Il superamento di tali guerre è una necessità a livello globale per favorire il rilancio dell’economia e dell’occupazione dopo una situazione di crisi come quella che abbiamo appena vissuto a causa del Covid. Anche per la nostra regione, e soprattutto per il comparto vitivinicolo, gli Stati Uniti rappresentano un importante mercato di sbocco fuori dai confini comunitari, dove la qualità soprattutto dei nostri vini DOC continua a far crescere la notorietà e l’apprezzamento del Made in Liguria”.